Che cosa può succedere nel granaio – parte 2

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di Silvia Suto
Mentre parlavo osservavo il volto della fanciulla . Ogni tanto arrossiva ma non distolse mai lo sguardo, la sua vivace curiosità non si lasciava sfuggire nemmeno una parola del mio racconto.
– Sentivo i suoi capelli che mi facevano solletico quando scese fino alla scollatura e lentamente, un bottone dopo l’altro, sbottonò la camicetta sotto la quale d’estate non portavo niente. E in quel momento capii chi era. Solo lui portava i capelli in quel modo. Si fermò e mi chiese: “Posso?” “Sì, Fabio, puoi.” Mi slegò e mi tolse la fascia daglio occhi e io vidi il suo viso, i suoi occhi che mi guardavano. In quel modo mi guardava solo lui, uno sguardo timido ma intenso che diceva tutto senz’aver bisogno di parole.
Ci baciavamo, con baci sempre più profondi, le nostre lingue si accarezzavano e intrecciavano mentre le sue mani scesero dal mio viso sul collo, sulle spalle e sui seni e in quel momento sentii il suo corpo che toccò quello mio con tutta la superficie. Il mio respiro accelerava mentre annusavo il profumo appena percepibile della sua pelle. Poi la sua bocca seguì le sue mani, scivolò sulle mie orecchie e sussurrava il mio nome con ogni bacio. Scese sul collo e scendeva, scendeva a centimetri, sempre più, coprendo la mia pelle di baci. Sentivo i suoi capelli che mi facevano solletico…
Ci trovavamo veramente nella stanzetta accanto al granaio. Era piena di fieno profumato che nascose i nostri corpi nudi. Per la prima volta le mani e le labbra di un uomo toccarono i miei seni e le mie cosce, fino al punto quando i nostri corpi e le nostre anime raggiunsero un’unità assoluta ed io provai un piacere così intenso che mi sembrava di quasi perdere i sensi e impazzire di felicità.Smisi di parlare. La fanciulla mi guardava affascinata con la bocca aperta e per alcuni minuti non sapeva cosa dire.
– E poi questo ragazzo diventò mio marito, non puoi ricordartelo, è morto in quell’incidente quando tu non eri ancora nata.
– O zia, mi dispiace così tanto!
– Non ti preoccupare, Elena, importante è che gli anni con lui erano i più felici della mia vita.
La mia piccola nipotina sprofondò nei sogni ad occhi aperti e io tornai nei ricordi a quel giorno. Quel giorno d’estate, un giorno come tutti… quando tutto è successo diversamente, a ciò che è veramente successo nel granaio, a ciò che non raccontai e non racconterò mai alla mia piccola nipotina decidendo di mentire e di lasciarla ancora per un po’ nei suoi sogni ingenui sull’amore. Oppure dovevo raccontarle la verità?

La verità sugli uomini, sì, anche quegli erano uomini, uomini che quel giorno arrivarono nel paese in automobili, del granaio dove corsi a nascondermi e dove mi trovarono, il calpestìo di scarponi pesanti, erano tre, alti, forti, in uniforme, puzzavano di olio, sudore e polvere e avevano armi. Cara mia nipotina, vuoi sapere la verità sulle carezze che erano schiaffi? Sul bacio della pistola che mi puntarono contro la fronte, sui brividi che provavo mentre mi strapparono i vestiti e mi toccarono dappertutto con quelle mani ruvide e sudicie e troppo, troppo forti, che mi tenevano le braccia e le gambe, la verità sulle lacrime che non valevano niente … e sul dolore, quando uno dopo l’altro si appropriavano del mio corpo nudo lì sul pavimento, in mezzo alle parole d’amore che erano fremiti di piacere e commenti dei compagni che aspettavano il loro turno.

Vorresti sapere qualcosa su quello che sentivo quando mi lasciarono lì, in sangue e lacrime, uscirono, si fumarono un paio di sigarette, salirono sulle macchine e partirono come se non fosse successo niente?
La ragazza sorseggiava il thè e il suo sguardo passeggiava in qualche giardino in fiori accanto al suo Francesco. Un trasognato sorriso ballava sulle sue labbra e per fortuna non vide le lacrime che nascosi sotto il cappello.
– Zia, dormi?
Non risposi.
Mi lasciò nella seggiola in mezzo al giardino e scomparve nella casa con le tazzine vuote e la testa piena di cose nuove ed affascinanti, una parte della verità, una parte delle cose che possono succedere tra uomo e donna.

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