La città congelata

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di Barbara di Placido
Cammino da sola su questa strada buia
La mia ombra è l’unica a farmi compagnia
forse è solo frutto della mia fantasia
ma sembra che nessuno si accorga di me.

Continuo a camminare mentre la città dorme,
non si ode nemmeno il cantar allegro degli uccelli
L’unico rumore è quello dei miei lamenti
mentre percorro questa strada senza fine.

Sto osservando gli anni più belli della mia vita
Non sarò mai più quella che sono adesso,
ma alla mia mente non importa lo stesso,
e procedo malinconica per il mio percorso.

Arrivano persone ad intralciare il mio cammino
son tutte uguali all’apparenza, anche nei visi
ornati da maschere gentili e finti sorrisi
con il solo scopo di ridere e ferire.

Sono immersa in una folla di spettri,
da loro non traspare nulla, solo il vuoto;
E come riescano a confondersi in questo modo
per me rimane un grande mistero.

Non oso avvicinarmi,
non condividono i miei pensieri
Così stravaganti e poco sereni
da mettere angoscia in chiunque li ascolti.

Non posso fare altro che osservare le loro figure,
scarpe identiche e abiti firmati;
Ed io, con i capelli blu e i jeans strappati,
vorrei quasi fermarmi e unirmi a loro.

Ma so già che alla fine me ne pentirò,
per questo volgo lo sguardo all’orizzonte
e poi al sentiero che ho di fronte
decidendo di non mascherarmi, io.

Riprendo perciò questa strada buia,
la mia ombra è l’unica a farmi compagnia
Forse è solo frutto della mia fantasia
ma sembra che nessuno si accorga di me.

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