Mille voci contro la Violenza, il coraggio delle donne In occasione dell'8 marzo la recensione dell'antologia curata da Emma Fenu e Cultura al femminile

Copertina antologia Mille Voci contro la violenza
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Mille voci contro la violenza rappresenta una grande riserva di emozioni, tutta contenuta in un e-book pubblicato a febbraio 2018.

Edito da La Strada per Babilonia, curato da Emma Fenu, scrittrice, studiosa di Storia delle Donne e presidente di CulturalFemminile, racchiude, come uno scrigno, 38 capitoli corrispondenti ad altrettante storie.

Parliamo di un’antologia nella quale ogni racconto vanta una sua autonomia ma che straordinariamente sembra prendere per mano tutti gli altri.

Gli scrittori, che hanno offerto il proprio contributo artistico, sono molti e ciascuno di essi, prediligendo uno stile appassionante, ha saputo condensare immagini, reazioni, emozioni, dolori, colori, lacrime, coraggio in 125 pagine di un lavoro molto ben strutturato.

Nell’ordine ricordato dalla presentazione del libro stesso, gli autori sono Marilena Viola, Maria Teresa Frassetti, Cristina Biolcati, Marika Carolla, Samantha Terrasi, Elisabetta Calabrese, Loriana Lucciarini, Stefania Maida, Ornella Nalon, Giorgia Bianchin, Maria Sabina Coluccia, Elena Genero Santoro, Tamara Marcelli, Pierbruno Cosso, Maria Antonietta Macciocu, Stefano Marullo, Maria Lucia Ferlisi, Massimiliano Murgia, Annalisa Rizzi, Gianna Di Carlo, Matteo Iacobucci, Altea Alaryssa Gardini, Tatiana Mazzotta Malme, Maria Luisa Malerba, Caterina Donzelli, Serena Pontoriero, Franca Adelaide D’Amico, Maria Cristina Sferra, Maria Zaffira Secchi, Paola Ragnoli, Paola Caramadre, Lina Mazzotti, Anna D’Auria, Ilaria Biondi, Maddalena Francavilla, Ilaria Negrini e Maria Saccà.

In ogni storia c’è una donna o più donne. Hanno molto in comune. Non le loro storie, ma la sofferenza e il disagio generati da episodi di violenza subiti. Violenza che vive in ciascuna di loro ormai. Non solo fisica talvolta, ma anche morale. Forte, logorante. Espressione di giorni difficili, di crisi profonda, di perdita di fiducia in se stessa.

In ogni storia c’è la traccia di un uomo che non le rispetta e che a volte viene incredibilmente perdonato. In ogni capitolo c’è l’alone del sangue di cuori feriti e violati.

I racconti sono sempre densi di dettagli e, indiscutibilmente, la scelta di prediligere descrizioni precise di vicende dolorose, genera un messaggio chiarissimo per tutti i fruitori dell’antologia in questione. Ambientate anche in periodi storici ed in contesti socio-culturali differenti, i brani sono essenza pura di donne costrette a sentire sul corpo e nell’anima segni indelebili. Perché la violenza lascia sempre il segno.

Talvolta la narrazione tocca slanci fortissimi con la tragicità della morte di alcune donne, considerata quasi una liberazione e purificazione da ogni male subito. Incontriamo poi storie di donne che vivono la maternità; la delicatezza e la gioia di un un periodo di attesa che urla protezione, ma che dolorosamente si scontra con la durezza di realtà faticose. Ma emerge in alcuni punti anche la complicità tra donne che sanno proteggersi a vicenda e difendersi.

La copertina, curata da Serena Mandrici, presenta un’illustrazione molto particolare, una suggestiva invasione di colori vivaci ma con evidenti sfumature brunite. A terra una donna stremata, accanto invece una figura femminile in rinascita che sembra quasi donare energia ad un albero dall’aspetto rigoglioso e sano. Un contrasto che necessariamente conduce la nostra riflessione verso la volontà di non cercare mai la resa, ma anzi non farsi avvolgere dalla paura. Si può ricominciare, lo si deve a noi stesse.

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