Cerchi d’acqua, storie di circolarità vissuta Recensione al volume di poesie di Katia Rinaldi

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Recensione al volume di poesia “Cerchi d’acqua, storie di circolarità vissuta” di Katia Rinaldi.

Il nostro tempo è un tempo brevissimo, fagocitato da uno stato di perenne emergenza in cui anche il momento creativo si consuma nell’istante di un click con reazioni immediate. La poesia di Katia Rinaldi appare in antitesi. E’ l’esatto opposto perché attraverso i versi limpidi e aperti come uno sguardo puro spalancato sulla realtà, trattiene il tempo e lo espande. Non è più un istante destinato a consumarsi, ma diventa il tempo della riflessione e dell’analisi e lo fa con una sensibilità di donna. E da donna si disincaglia dalle paludi della retorica e apre con uno sguardo sfrontato alla parola sferzante. Ad esempio, la Rinaldi scrive:

Verrà il tempo della verità
Verrà il tempo in cui smetteremo di deporre fiori
con le stesse colpevoli mani
su lapidi di ricordi che oggi hanno il nome di Giovanni

Verrà il tempo in cui pagheremo tutto quanto

La scrittura di Katia Rinaldi è una scrittura femminile, a tratti diaristica, a tratti riflessiva. E’ una scrittura che riattualizza la tradizione della poesia d’occasione che celebra compleanni, ricorrenze, piccoli eventi privati. Da questa dimensione intima la poesia prende e lo messe e si spalanca come un ventaglio a catturare emozioni e sentimenti.

Un tema ricorrente è quello delle mani e sono mani di donna. Le piccole mani, mani giunte, mani nelle mani, mani che riportano ai gesti del fare e dell’accudire, mani che diventano braccia di donne, di madri, di maestre.

Gli spunti poetici sono intimamente legati alla vita vera, reale, fatta di emozioni vissute che fanno dire all’autrice:

Le mie ferite le conosco solo io.
La mia storia è la mia.
Ogni spina indelebile conficcata nella mia carne
non mi ha fatto perdere la voglia di essere linfa.
Ringrazio il mio dolore per avermi resa forte.
Il mio imperfetto essere mi rende ogni giorno vera e libera.
Sono come sono.

Una dichiarazione di intenti al femminile che delinea una dimensione antica, ma rinnovata, della donna nell’ambito della società.

Una donna che è capace di superare gli ostacoli del cuore, che sa guardare oltre gli stereotipi e che vuole affermare se stessa. Con tutti gli errori, tutti gli sbagli per rinascere alla fine nella tautologia per eccellenza: “Io sono io” che diventa una promessa a se stessi: “Sono come sono”.

Paola Caramadre

Giornalista, autrice e lettrice onnivora e curiosa. Promotrice culturale, 'regista dei libri' e cofondatrice di Tantestorie.it

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